martedì 3 febbraio 2015

una poesia di Salinas e nulla più


Conoscete Pedro Salinas? no? bè, non posso farvene una colpa - primo perché non si possono conoscere tutti i poeti del mondo, secondo perché in effetti Salinas non è “famoso” da noi come Giacomo Leopardi, Alda Merini o Sandro Penna…
Quello che potete fare da oggi, secondo me, è correre in libreria e comprare il volume di Salinas “La voce a te dovuta” perché è un testo meraviglioso pieno di poesie che incantano emozionano e fanno sognare.
In effetti, sempre secondo me, queste tre cose incantare emozionare sognare sono le principali funzioni della poesia fatta perbene.
Saltate a pie’ pari le masturbazioni sulla problematica gnoseologico-amorosa, la presenza dell’amata nel ricordo, la volubilità dell’amata e le riflessioni sull’usura del linguaggio amoroso e tuffatevi subito nelle poesie.
Stasera vi posto quella che mi è piaciuta di più e a cui più sono affezionato.

[XXXIX]

Il modo tuo d’amare
è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole o abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.

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