giovedì 3 aprile 2014

Simone Regazzoni ovvero mai farsela coi piddioti


Ma perché non mi fido del mio istinto? Riconoscere solamente DOPO che l’istinto aveva ragione e che ho sbagliato a non seguirlo non serve assolutamente a niente.
Tempo fa, una persona che stimo per le sue letture, parlava bene di un libriccino (-ino letteralmente) di un certo Simone Regazzoni.
Appunto per questa stima, andai a cercare delle info su Regazzoni. Recensioni, articoli, altri pareri…alla fine non ne rimasi affatto persuaso (primo campanello d’allarme dell’istinto).
Decisi, comunque, che gli avrei dato una possibilità acquistando proprio il libriccino di cui parlava l’amico. Tanto è piccolo, pensai, costa poco (trovato a 4 euro sulla bancarella), mal che vada accantono Regazzoni e ben che vada trovo un altro buon autore da leggere. (altro mio difetto: a volte coi libri divento bulimico)
Il libriccino s’intitolava Martin H. live in New York City. Leggendolo mi ritrovai ad avere pensieri ondivaghi. Da una parte mi sembrava divertente, dall’altra mi sembrava pieno di cacate, per un verso mi pareva contenere spunti geniali, per un altro verso mi sembrava insulso. Quello che è certo è che mi fece incazzare quel ripetuto “Pier Paolo Pauperismo Pasolini”…pensai, ma chi è ‘sto stronzo che si permette di insultare Pasolini? Ma come osa questo qui? (secondo campanello d’allarme). Il fatto è che su Pasolini sono molto sensibile.
Ne parlai con un’amica che mi spiegò che il libriccino era un divertissement e che a Regazzoni piaceva molto provocare, era un amante delle boutade, ecc.
Col passare del tempo, dimenticai Regazzoni e l’incazzatura su Pasolini.
Poco tempo fa “incontrai” Regazzoni sulla bacheca di un’amica e mi ricordai di lui. Andai sulla sua bacheca, più che altro per vedere se trovavo qualche spunto di riflessione o qualche consiglio libresco interessante.
In realtà non ci trovai niente di quello che cercavo, tranne qualche post appunto “provocatorio” che mi piacque ma pure dei post su Pasolini che mi fecero girare le palle. Decisi comunque di chiedergli l’amicizia. Magari poteva capitare di parlare di Zizek, della pop filosofia o altro.
E fu un grandissimo errore perché non notai una cosa che dirò dopo.
Oggi Regazzoni, l’uomo che ama la polemica e la contraddizione ha scritto:
“E' auspicabile che il Pd e i suoi militanti dicano a gran voce che di piccoli custodi della costituzione come Zagrebelsky e Rodotà il Paese non ha bisogno. Abbiamo vitale bisogno di innovazione, perché la costituzione materiale del Paese è cambiata e perché i tempi lo richiedono. I piccoli intellettuali moralisti con il feticcio della Costituzione formale oggi sono i principali avversari del cambiamento e dell'innovazione”.
Al che io ho scritto:
“Già. C'è bisogno di assecondare la voglia di cesarismo che risale a Craxi e ad Amato, c'è bisogno di dare nuovo vigore alla bozza Boato. Avanti tutta col Gelli-pensiero”.
Ecco, tutto qui. Non mi pare di aver polemizzato in maniera violenta o volgare. Mi sarei aspettato che, da un amante della polemica, scaturisse sia pure uno scambio di battute volte a contraddirmi, a farmi conoscere il suo punto di vista, ad arricchire il mio pensiero con la sua visione e altro ancora.
E invece zac! Mi ha eliminato dagli amici non prima di avermi regalato un indimenticabile:
"Vai a giocare con le capre".
Un vero uomo, non c’è che dire. Eppure ho avuti scontri anche duri, vere schermaglie dialettiche con personalità filosofiche e uomini della cultura mooooooolto più in alto di un Regazzoni qualunque. Persone con l’anima da maestri, che seppure ti sottopongono ad una maieutica rude (per usare l’espressione di Alberto Bagnai) non ti cancellano e ci si continua a confrontare.
Si vede che a Regazzoni piacciono i leccaculi, gli piace la claque, quella che ride a comando, quella che scrive grande! Eccezionale! Magnifico! Come tutti gli omuncoli insicuri non reggere opinioni contrarie.
Comunque, come accennavo prima, la colpa è stata mia.
Se avessi letto prima che costui è un piddiota accecato da Renzi (ahahhahahahahhahah) non gli avrei mai scritto, mai mi ci sarei accostato. Come può un uomo di cultura, uno che scrive libri, farsi accecare da Renzi (ahhahahahahhah) manco Renzi fosse Berlinguer Pertini o Riccardo Lombardi. Per come la vedo io, un uomo di cultura può appassionarsi certamente alla politica, ma più di tutto non si acceca per nessuno e, anzi, possiede una buona dose di ironia e di disincanto appunto perché conosce la storia, i fatti, la politica e i politici (anzi i politicanti) nostrani.
Ciao Regazzoni, non mi mancherai per niente. Continua a scrivere le tue stronzate, a sparlare di Pasolini, a firmare gli appelli di quella carta da culo de il Giornale, a preferire Ostellino rispetto a Rodotà e Zagrebelsky. Io ho di meglio da fare e di molto molto molto molto molto meglio da leggere.

p.s. l'intellettuale della mutua in bacheca ha questa immagine
con la scritta: La mia personale idea di "dialogo" filosofico.
ahhahahahhahahahha! sì, come no. Tradotto vuol dire che lui può fare il grand'uomo, magari prendere per il culo gli altri, ma non vi azzardate a contraddirlo.
Da questo punto di vista 100 volte migliore di lui è Diego Fusaro che accetta sempre il confronto e sulla sua bacheca a volte ci sono post veramente pieni dell'amata ultraviolenza. Diego o ignora o risponde pacato o ironizza o s'incazza, ma non taglia soprattutto davanti a post per niente violenti e scurrili.
Comunque, ripeto, colpa mia. Non devo mai farmela con questi buffoni, questi nani che per di più si prendono certe licenze col grande Pier Paolo e che, mannaggia a me, sono dei piddioti totali.

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