martedì 25 marzo 2014

Furio Colombo e la cannata del mese


Ho cercato il verbo più adatto per definire lo scritto di Furio Colombo apparso sul Fatto Quotidiano di domenica 23 marzo nella sua rubrica “A domanda rispondo”.
Alla fine ho scelto “cannare” perché, secondo il dizionario, racchiude tre significati adattissimi al caso in esame: sbagliare, fallire, mancare.
Veniamo all’oggetto del post.
Un lettore, Massimo, scrive:
caro Furio Colombo, leggo e ascolto che la maggioranza dei nostri concittadini vuole uscire dall’euro e tornare alla lira. Ci può essere incubo peggiore?
E fin qui niente di strano, è un dubbio, un’osservazione legittima da parte di un uomo comune che osserva la realtà, la discussione politica del momento e chiede lumi a un giornalista esperto che evidentemente stima (altrimenti non gli avrebbe mica scritto…).
Ma, secondo me, la risposta di Colombo tradisce sia la fiducia del lettore sia il compito del giornalista.
Innanzitutto, la domanda verte sull’euro, una questione economica. Colombo potrebbe far riferimento a qualche economista che secondo lui merita di essere letto, segnalare insomma a Massimo un percorso per approfondire poi da solo la questione. E invece no.
Colombo paragona chi vuole uscire dall’euro a Di Bella e Vannoni. In pratica dice che chi è sceso in campo contro l’euro non ha un vero pensiero, ma è un ciarlatano che vende speranze fasulle.
Non gli passa per la testa che tantissimi economisti, tra cui sette premi Nobel siano contro l’euro; che tanta letteratura scientifica e la storia economica siano “contro” l’euro.
La cosa buffa è che proprio sul Fatto Quotidiano scrive l’economista Alberto Bagnai. Allora tre sono i casi:
1. Colombo l’ha letto, ma non l’ha capito
2. Colombo l’ha letto, ma non ha condiviso
3. Colombo non l’ha letto per niente
E questa terza ipotesi mi pare la più probabile.
Poi Colombo passa in rassegna chi in Italia è su posizioni no euro e sbaglia ancora clamorosamente.
Innanzitutto, è vero che la Lega fa schifo e ha fatto schifo. Su questo non discuto.
Però si deve parlare anche dell’attualità e collegare la Lega alla questione euro così come chiede il lettore. E sulla questione euro, la Lega non ha messo la canottiera sporca di Bossi, non ha fatto comizi urlati con Borghezio a buttare merda sui musulmani con gli idioti col copricapo vichino ad ululare di gioia. No. La Lega, per la campagna elettorale delle Europee, ha preso posizione sul NO EURO, si è affidata all’economista Claudio Borghi e sta facendo un seguitissimo Basta Euro Tour. Si può essere o non essere d’accordo, ma un giornalista ha come primo dovere l’informare correttamente e Colombo non lo fa.
La seconda toppata politica riguarda il MoVimento 5 Stelle che Colombo mette nel calderone dei populisti anti euro e non è vero, purtroppo. Magari il MoVimento 5 Stelle avesse preso una posizione chiara e netta contro l’euro! Il MoVimento 5 Stelle contesta varie cose tra cui la soglia del 3%, il fiscal compact ecc. ma sull’euro si è dimostrato incerto e contraddittorio con il referendum consultivo che campeggia come primo punto sui volantini elettorali (evidentemente Colombo non l’ha letto). Per quanto riguarda il MoVimento 5 Stelle, c’è anche un lato comico perché Colombo critica il MoVimento 5 Stelle usando le stesse parole di Casaleggio.
La castroneria delle vacanze e dei viaggi all’estero impossibili da fare con la lira, della liretta che non vale niente, sono “concetti” (notare le virgolette) che ha espresso Casaleggio in un convegno di qualche tempo fa e quindi l’unica conclusione possibile è che Colombo e Casaleggio siano perfettamente d’accordo.
Ora, io non capisco una cosa.
Ma questi viaggi, queste vacanze all’estero chi le faceva? I ricchi, sì, i grandi e medi borghesi, sì, i piccoli borghesi, ogni tanto, i giornalisti con i soldi dei giornali, sicuramente…e con l’euro cos’è cambiato? I ricchi di prima son sempre più ricchi, i medio ricchi forse un po’ di meno ma ce la fanno lo stesso. Di sicuro si sono impoveriti molti i ceti medi e chi già prima faceva fatica.
Colombo crede davvero che a un operaio che ha perso il lavoro, a un precario, a un disoccupato posa fregare qualcosa che non può andare a Londra a spassarsela? Non credo.
Alla popolazione, alla maggioranza di essa, interessa sapere perché manca il lavoro, perché quello che c’è è sempre più precario e senza tutele, perché ha perso così tanto il suo potere d’acquisto.
Questo sì che interessa, e Colombo dovrebbe sapere (ma non lo sa) che questi fattori dipendono proprio dall’euro, espressione non soltanto di una moneta ma del potere, del perverso potere che serve il progetto criminale neoliberista.

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