sabato 1 marzo 2014

Basta Euro. Come uscire dall'incubo, 31 domande 31 risposte. La verità che nessuno ti dice (quarta parte)


12. I tedeschi sono efficienti e hanno etica del lavoro, noi siamo lazzaroni e furbi. È così?

Nessuno potrebbe dare lezioni di creatività e voglia di lavorare agli italiani.
L’impresa del Nord Italia è sempre stata un modello per il mondo e finché c’era la possibilità di competere ad armi pari, i lavoratori hanno sempre sopportato ogni tipo di orario e di turno battendo sistematicamente la concorrenza
.
In compenso la società che è stata riconosciuta colpevole del più grande caso di corruzione internazionale della storia è tedesca (la Siemens).
La verità è semplicemente che la Germania ha una moneta sottovalutata e quindi i suoi prodotti costano meno di quello che sarebbero costati se avessero avuto il Marco mentre noi abbiamo una moneta sopravvalutata e quindi i nostri prodotti costano di più di quello che costerebbero se avessimo la nostra moneta.
Se un’impresa ha un vantaggio, vende di più e può permettersi di fare ricerca e innovazione, realizzando prodotti più belli e solidi che vendono ancora di più. Se un’impresa è in svantaggio competitivo, invece, deve tagliare i costi, risparmiare sui materiali e i suoi prodotti diventano di minore qualità e vendono ancora di meno. Non dimentichiamo poi che le regole che l’Europa fissa per fare impresa sono estremamente complesse e fatte su misura per imprese di grandi dimensioni: per l’impresa medio-piccola italiana gli obblighi sono intollerabili e costosissimi da gestire.
Gli aiuti di Stato poi sono sempre stati proibiti per noi e consentiti alla Germania: Berlino ha salvato le sue banche con 300 miliardi di euro, mentre noi non avevamo alcun bisogno di interventi di questo tipo che diventano legali solo quando servono agli altri e non a noi. I tedeschi fanno i loro interessi, e il loro punto di vista è comprensibile: siamo noi che dobbiamo cominciare a fare i nostri. Il risultato di questa situazione è che nei paesi in crisi la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli intollerabili. Altro che lazzaroni! Se metà dei giovani sono disoccupati è perché la domanda di lavoro manca in modo gravissimo. Negli anni ‘80 e ‘90, nel Nord Italia, se qualcuno era disoccupato, era perché non aveva voglia di lavorare, adesso un impiego è diventato un miraggio.

13. Noi abbiamo un enorme debito pubblico, è colpa sua se siamo in crisi. È vero?

Tutti i Paesi che sono andati in difficoltà prima di noi, come l’Irlanda e la Spagna non avevano nessun problema di debito pubblico. In compenso, il Giappone, che ha un debito pubblico doppio rispetto al nostro, non è in crisi come noi e può permettersi aggressive politiche di sviluppo.
Anche la Germania ha un pesante debito pubblico, anzi, mentre noi lo riducevamo (circa venti punti di calo dal 1994 al 2007), la Germania lo aumentava infrangendo i trattati che la obbligavano a mantenere il debito al di sotto di una certa soglia. Non dimentichiamo poi che la Germania può
“nascondere” molto del suo debito in una banca pubblica che si chiama KfW: se si contasse anche quello non ci sarebbe una grande differenza tra il debito italiano e quello tedesco, che in ogni caso è superiore in valore assoluto.
Spesso facciamo l’errore di demonizzare il debito pubblico dimenticando che a fronte di un debito c’è sempre un credito e i risparmiatori che, direttamente o indirettamente, possiedono titoli di Stato dovrebbero riflettere sul fatto che cancellando il debito si cancellerebbero anche i loro risparmi.
Anche chi non possiede titoli di Stato verrebbe colpito da una riduzione forzata del debito pubblico, perché le banche ne possiedono grandi quantità: esse diventerebbero insolventi e persino i conti correnti sarebbero a rischio come è successo a Cipro.
Se uno Stato ha un debito espresso nella propria moneta ed ha sovranità monetaria non potrà mai giungere a non onorarlo, perché potrà sempre “stampare” il denaro necessario alla restituzione del debito.

14. Se la crisi è scoppiata per lo spread evidentemente il debito pubblico è importante. Non è così?

In realtà eravamo in crisi già da prima ma non ce ne accorgevamo perché la debolezza delle nostre imprese era camuffata dall’afflusso di denaro a debito (questa volta privato).
Lo spread è esploso non certo per la credibilità, per il bunga-bunga, per il pieno della macchina del figlio di Bossi o qualsiasi delle bugie che la stampa ha raccontato per aprire la strada a Monti: lo spread è esploso dopo che Francia e Germania hanno deciso di far “fallire” la Grecia abbattendo il valore dei suoi titoli di Stato in mano ai risparmiatori.
A quel punto tutti gli investitori mondiali hanno cominciato a vendere i titoli irlandesi, poi quelli portoghesi, poi quelli italiani e spagnoli semplicemente perché pensavano che avrebbero fatto la fine dei titoli greci. Anche lo spread sui titoli Francesi e Finlandesi aveva cominciato a salire
mentre l’Inghilterra, grazie al fatto che aveva una Banca Centrale che garantiva il debito ricomprandoselo, non ha mai avuto problemi di spread.
Gli interventi di Monti hanno poi peggiorato le cose: lo spread è sceso solo a seguito delle azioni della Banca Centrale Europea che, se pur con gravissimo ritardo, ha annunciato la propria intenzione di garantire il debito.

15. Quindi se la BCE garantisse il debito e gli spread si azzerassero saremmo a posto?

Purtroppo no: gli effetti di una moneta troppo forte rispetto a quello che sarebbe giusto permangono. Ciò significa che se gli italiani, invece di essere strozzati, tornassero a spendere, comprerebbero in maggioranza prodotti esteri e la differenza fra importazioni e esportazioni deve essere finanziata da ulteriore debito.
In pratica ci indeboliremmo ancora di più e se in futuro la BCE dovesse cambiare idea saremmo in ginocchio.

16. Neppure la Grecia e l’Irlanda vogliono abbandonare l’Euro, perché noi sì?

Grecia e Irlanda hanno ricevuto cifre elevatissime sotto forma di prestiti “a babbo morto”, pagati anche da noi. Si è trattato di una specie di “risarcimento” per evitare che il sistema andasse in pezzi. Se la Grecia fosse uscita dall’Euro prima di ricevere gli aiuti avrebbe avuto solo il danno e non il risarcimento. Noi invece paghiamo e basta, e non riceviamo nulla da nessuno.
Non solo, noi avevamo solo circa il 3% dei crediti verso Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo ma, invece, siamo stati chiamati a “salvare” questi stati (in realtà abbiamo salvato soltanto i loro creditori) con una quota pari al 20%, perché l’Europa ha trovato conveniente mettere tutto “sul conto del condominio”. Per esempio, la Spagna, che nonostante la disoccupazione doppia rispetto a noi ci viene a volte presentata come un modello di virtù, ha ricevuto 50 miliardi per salvare le sue banche: miliardi pagati in discreta parte dall’Italia che, nonostante ciò, invece viene costantemente
umiliata e messa “dietro la lavagna”.
La cifra da noi impegnata per i salvataggi europei è stata finora pari a 53 miliardi di euro: senza buttare questi soldi (che probabilmente non ci verranno mai restituiti) ci si sarebbe potuta pagare l’IMU sulla prima casa per 15 anni o pagare uno stipendio di 16mila euro per un anno a tutti i disoccupati italiani. La Lega Nord è stato l’unico partito che ha votato contro quando l’enorme impegno per questi fondi è stato approvato di nascosto nell’estate del 2012.

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