giovedì 28 febbraio 2013

Dico la mia sulla questione dell'alleanza PD + M5S perché mi sono rotto il cazzo


Io non lancio petizioni e non metto foto da imbecille, dico semplicemente la mia. E dico che...

Visto che non viviamo negli USA è inutile fare i minkioni che governo io o governi tu.
Qui non c’è il bipolarismo, non ci sono Repubblicani contro Democratici.
In Italia si governa insieme agli altri.
L'Ulivo era un'orgia di partiti, Silvio il grande statista "governava" con la Lega, il super tecnico bravissimo serissimo competentissimo Mario Monti governava con il fantastico duo PD + PDL, ecc.
Ora, se fai le cose serie fai un'alleanza se le fai male è un inciucio.
Io vorrei un'alleanza PD + M5S per fare la rivoluzione che gli italiani aspettano da tempo.
Loro dicono "riforme".
Io mi sono cacato il cazzo delle riforme. Parlano sempre, da decenni, di riforme e non cambia mai niente.
Io voglio cose rivoluzionarie.
I diritti civili sono una rivoluzione non una riforma
I tagli alla casta, alle regioni, alle province, ai comuni con 54 abitanti...il costo della macchina statale da abbattere è una rivoluzione non una riforma.
Una legge elettorale da paese occidentale è una rivoluzione non una riforma.
Varare subito misure per chi ha perso il lavoro e non ce la fa col reddito è una rivoluzione non una riforma.
Farsi dare l'ici dai figli di puttana che hanno bar ristoranti librerie ecc. che si nascondono sotto il manto vaticano è una rivoluzione non una riforma.
Una legge severissima contro la corruzione è una rivoluzione non una riforma.
Combattere senza pietà l'evasione fiscale è una rivoluzione non una riforma.


Forza, cominciamo senza perdere tempo che già mi girano i coglioni a mille.

mercoledì 27 febbraio 2013

Se Bersani è un leader di sinistra io sono l'amante di gatto Silvestro



Mi è capitato di dover discutere con alcuni piddini di un argomento che io ritenevo straovvio.
Nella mia ingenuità, ritenevo straovvio che la figura del leader in politica fosse importantissima.
Del resto, non solo in politica, la figura del leader è fondamentale anche in altri campi. Spesso sul luogo di lavoro c’è il leader che dà le direttive e ottimizza le cose, una squadra di calcio vincente ha un leader, ecc. ecc.
Anche la mafia non funzionerebbe senza un leader, anche la chiesa andrebbe in pezzi senza un leader. I gruppi umani hanno bisogno del leader, per me è ovvio anche se non mi piace l’idea.
Invece per alcuni piddini il leader è una figura dannosa che andrebbe pian piano eliminata. E non solo, per alcuni di essi Bersani è un leader! Una donna colta, elettrice PD, me lo ha scritto su facebook 7-8 mesi fa. Io non ci volevo credere. Le avevo scritto che il PD stava sbagliando tutto e che Bersani non era un leader. Mi fu risposto che non era vero e che Bersani era un leader.
Ovviamente dopo il voto ci sono ritornato, ma la donna non capisce, giustifica…l’ho lasciata nelle sue convinzioni. Del resto cosa me ne importa? I risultati hanno parlato per me.
Il leader è fondamentale in politica. Si tratta di trascinare milioni di uomini e di donne, devi convincere milioni di elettori a darti il voto. Non puoi vincere le elezioni senza un leader. Non puoi convincere gli indecisi e quelli che non fanno parte del partito a votarti senza un leader.
Anche se tu fossi un’ottima persona con grandi idee…chi cazzo ti voterebbe se non sapessi esprimerle, se non avessi carisma e tutte le altre qualità che fanno di te un leader?
Berlusconi mi fa schifo al cazzo, ma è un leader. La sinistra, nella sua storia, ha sempre avuto grandi leader. Nel bene come nel male.
Non puoi ignorare l’importanza del leader in politica, è semplicemente un’idea stupida.
Ma se a loro sta bene così e se considerano Bersani un leader, a me pure sta bene…
Vogliamo fare i nomi di quelli che i piddini hanno considerato leader negli ultimi anni? Veltroni, Franceschini, Fassino...roba da buttarsi dal centesimo piano dandoti una coltellata, ingerendo cianuro e sparandoti alle tempia come fa Pozzetto in un film con la Muti.
Per concludere, posto una serie di frasi celebri pronunciate da leader di sinistra ugualmente celebri.
Comincio con Marx ed Engels perché sono loro i padri della Sinistra contemporanea.
Karl Marx: L'ideologia dominante è sempre stata l'ideologia della classe dominante.
Friedrich Engels: Un'oncia di azione vale quanto una tonnellata di teoria.
Antonio Gramsci: Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Filippo Turati: Come sarebbe bello il socialismo senza i socialisti.
Bettino Craxi: La sinistra sono io.
Enrico Berlinguer: I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela.
Lenin: Epurandosi un partito si rafforza.
Stalin: Non si può fare una rivoluzione portando i guanti di seta.
Mao Tse Tung: La rivoluzione non è un pranzo di gala
Fidel Castro: Il peggiore dei sacrilegi è il ristagno del pensiero.
Pietro Nenni: Lo Stato italiano è forte coi deboli e debole coi forti.
Sandro Pertini: Il fascismo è l'antitesi della fede politica, perché opprime tutti coloro la pensano diversamente.
Che Guevara: E se vale la pena rischiare, io mi gioco anche l'ultimo frammento di cuore.
Juan Juarès: Non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è.
Giuseppe di Vittorio: Vogliamo il salario. Vogliamo l'orario di lavoro. Viva il grande sciopero! Viva la giustizia! [a 12 anni]

Ora, confrontate la frase di Bersani, e ditemi se questo è un leader di sinistra.

Pierluigi Bersani: Smacchieremo il giaguaro.

martedì 26 febbraio 2013

"La rivoluzione inutile" ovvero stringete le chiappe, amisci


(l'autore del blog mentre partecipa all'attacchinaggio dei manifesti elettorali del M5S. gli unici manifesti attaccati SOLO negli spazi consentiti e coperti dopo un giorno e mezzo dai soliti pezzi di merda)

Io non ce l'ho con i piddini, per carità. Io ce l'ho col PD come partito come dirigenti che, come ho scritto già, fanno veramente schifo.
Mi occuperò di loro in altri post, forse.
Quelli che mi fanno incazzare sono i piddini che non fanno autocritica, che non riconoscono che il loro partito è in malafede o è composto da emeriti imbecilli. Han fatto di tutto per perdere e, infatti, hanno perso. Proprio pochi giorni fa postavo Travaglio e il suo intervento sul Rieccolo e sulla capacità del PD di resuscitare Berlusconi.
In questi giorni su facebook, un piddino parecchio saccente che in realtà non capisce un cazzo, ha definito il M5S e i suoi elettori come stupidi ignoranti che perseguono una rivoluzione inutile.
Rivoluzione inutile?
Nel M5S ci sono tante buone idee, tante proposte...rivoluzione inutile anche quelle?
Molte persone si sono fatte il mazzo (a gratis), quasi da soli, a raccogliere firme per i referendum che poi il caro parlamento ha ignorato bellamente... rivoluzione inutile anche quella?
Il lavoro che alcuni sindaci e consiglieri stanno faticosamente portando avanti. Rivoluzione inutile anche quella?
La lotta per il parlamento pulito, uno dei cardini del M5S che i partiti hanno scoperto solo nel 2012 per pura demagogia...rivoluzione inutile anche quella?
Il fatto che il M5S non si fotta centinaia di milioni di euro di soldi pubblici che gli altri partiti continuano a prendere nonostante 2 referendum... rivoluzione inutile anche quella?
Il lavoro come quello del ragazzo M5S nel consiglio comunale di San Giorgio a Cremano che ha denunciato appalti truccati...rivoluzione inutile anche quella?
Se la rivoluzione utile è quella degli amici del Monte dei Paschi di Siena, del signor Riva e del regalo da 98.000 euro, dell'abbiamo una banca?!?, della TAV, degli F35, dell'articolo 18, dei parlamentari PD in gita a Madrid mentre si vota lo scudo fiscale, di gente che non ha i coglioni per fare la legge sul conflitto di interessi, delle tante leggi porcata votate dal PD...bè, che dire? Io mi tengo la mia piccola rivoluzione inutile.

sabato 23 febbraio 2013

Tsunami tour, Roma, 22 febbraio 2013. Io c'ero



E così ieri, con il pullman organizzato da vari attivisti del Movimento 5 Stelle di alcuni paesi del circondario compreso il mio, sono andato a Roma per l'ultima tappa dello Tsunami tour di Beppe Grillo.
Eravamo 50 persone, persone normali, persone comuni, giovani, anziani, donne, ragazze e ragazzi...lavoratori disoccupati taciturni chiacchieroni, ma tutti con una cosa in comune: gli occhi pieni di speranza. E con tanto entusiasmo.
Non posso descrivere la folla che c'era...qualcosa di mai visto. Neppure vari concerti del primo maggio a cui sono andato in passato, sono paragonabili.
Non era una folla, nè una marea, un casino di gente...era proprio un popolo. Una massa infinita di persone, un muro umano che non finiva mai.
La manifestazione si è svolta con la massima civiltà e tranquillità. File educate agli stand, allegria e incoraggiamenti durante gli interventi dei vari candidati, tanto entusiasmo alle parole di Grillo e dopo, durante il deflusso, nessuna confusione; niente spintoni o stronzate varie. Una serata perfetta.
Non ho visto invasati, non ho visto violenti, non ho visto camicie nere, non ho visto bastoni o black block.
Ah, poi agli stand per la prima volta in vita mia ho visto prezzi POPOLARI per birre e panini. Un miracolo!
Sono arrivato a casa alle quattro di notte, stanco ma felice.
Sono felice, stavolta, di andare a votare. Non sarà il solito voto scazzato dato a quegli inetti complici del PD.
Io voto il nuovo, io voto il Movimento 5 Stelle...io voglio votare un Movimento che riporti l'ETICA al primo posto.
Prima di tutto viene l'Etica e dopo, soltanto dopo, le questioni politiche, economiche, ecc.
Se non hai una base etica ed eleggi la merda che segue e fa leggi di merda e ha una mentalità di merda, cosa otterrai?
Se la politica non segue l'etica, ne avremo solo danno.
Dobbiamo eliminare corruzione, cialtronerie, ladrate e porcate. Solo così potremo risorgere.

venerdì 22 febbraio 2013

E l'intelligenza umana andò a puttane invece di proseguire la difficile lotta. Un esempio classico



Perché invero la causa buona di tutte le cose è insieme esprimibile con molte parole, con poche e anche con nessuna, in quanto di essa non vi è discorso né conoscenza, poiché tutto trascende in modo soprasostanziale, e si manifesta senza veli e veramente a coloro che trapassano tanto le cose impure che quelle pure, e in ascesa vanno oltre tutte le cime più sante, e abbandonano tutti i lumi divini e i suoni e le parole celesti, e si immergono nella caligine, dove veramente sta, come dice la Scrittura, colui che è sopra tutte le cose … E diciamo che questa causa non è né anima né mente; che essa non ha immaginazione né opinione né ragione né pensiero; non si può esprimere né pensare. Non è numero né ordine né grandezza piccolezza uguaglianza disuguaglianza somiglianza dissomiglianza. Non è immobile né in movimento; non è in riposo né ha potenza, e neppure è potenza o luce. Non vive e non è vita: non è sostanza né evo né tempo; di lei non vi è apprendimento intellettuale. Non è scienza e non è verità, né potestà regale né sapienza; non è uno, non è divinità o bontà, non è spirito, secondo la nostra nozione di spirito.
Non è filiazione né paternità né alcun’altra cosa di ciò che è noto a noi o a qualsiasi altro essere. Non è niente di ciò che appartiene al non essere e neanche di ciò che appartiene all’essere; né gli esseri la conoscono, com’è in sé, così come essa non conosce gli esseri in quanto esseri.
Di lei non si dà concetto né nome né conoscenza; non è tenebra e non è luce, non è errore e non è verità…


Dionigi Areopagita, De mystica theologia

giovedì 21 febbraio 2013

Gibran, della libertà



E un oratore disse: Parlaci della libertà.
Ed egli rispose:
Alle porte della città e presso il focolare vi ho veduto prostrati ad adorare la vostra libertà,
Così come gli schiavi si umiliano dinanzi a un tiranno e lo lodano anche se egli li uccide.
Sì, nel boschetto del tempio e all’ombra della fortezza ho veduto i più liberi tra voi portare la loro libertà come giogo e catena.
E il mio cuore sanguinò in me; poiché liberi voi potete essere soltanto quando anche il desiderio di ricerca di libertà diventerà una bardatura per voi, e quando cesserete di parlare della libertà come di una fine e di un compimento.
Sarete davvero liberi non quando i vostri giorni saranno privi di affanni e le vostre notti saranno senza carenze e dolore,
Ma, piuttosto, quando queste cose cingeranno la vostra vita e tuttavia voi vi leverete al di sopra nudi e senza vincoli.

E come potrete elevarvi oltre le notti e i giorni vostri senza infrangere le catene che all’alba della vostra conoscenza allacciarono il vostro meriggio?
In verità, quella che chiamate libertà è la più forte di queste catene, anche se i suoi anelli vi abbagliano scintillando nel sole.

E che cos’è se non parte del vostro stesso io quel che vorreste escludere per essere liberi?
È un’ingiusta legge che vorreste abolire: ma fu scritta dalla vostra propria mano sulla vostra propria fronte.
Non potete cancellarla bruciando i vostri libri di diritto né lavando le fronti dei vostri giudici, quand’anche versaste tutto il mare su di esse.
E se è un despota che vorreste detronizzare: guardate prima se il suo trono eretto dentro di voi sia stato distrutto.
Poiché come può regnare un tiranno su uomini liberi e fieri se non per una tirannia che sia nella loro stessa libertà e per una qualche macchia che sia nella loro fierezza?
E se volete liberarvi di un affanno, quell’affanno è stato scelto da voi piuttosto che imposto a voi.
E se volete dissipare un timore, la sede di quel timore è nel vostro cuore e non nella mano di colui che v’incute timore.
In verità, tutte le cose si muovono dentro di voi come in un costante e incompiuto abbraccio, sia quelle desiderate che quelle da voi temute, quelle ripugnanti e quelle che vi attirano, quelle che perseguite e quelle da cui rifuggite.
Queste cose si muovono dentro di voi come luci ed ombre strettamente appaiate.
E quando l’ombra di si dissolve e non è più, la luce che indugia diventa un’ombra per un’altra luce.
E così la vostra libertà: nel momento in cui perde i suoi vincoli diventa essa stessa vincolo per una libertà più grande.

mercoledì 20 febbraio 2013

E dopo questo, cos'è mai il perdono?



E dopo questo, cos'è mai il perdono?
...
Sì, la storia ci dà troppo tardi
ciò in cui più non crediamo
o se crediamo ancora
Soltanto nel ricordo
come passioni riconsiderate...
...ciò che è pensato può
essere dipensato...
Penso che né paura né coraggio
ci salvino
I vizi innaturali hanno per padre
il nostro
stesso
eroismo
Le virtù...Le virtù ci sono imposte
dai nostri osceni crimini...

martedì 19 febbraio 2013

Una cosa interessante: Irving Janis e il groupthink. un breve accenno



In questi giorni mi sono imbattuto in un argomento molto interessante che spero di avere occasione di approfondire in seguito. Si tratta dello psicologo sociale Irving Janis e della sua teoria del pensiero di gruppo (groupthink).
Ne parlo, anche se brevemente, perché è un fenomeno che mi è capitato spesso di osservare e che m’inquieta (e mi fa diffidare e abbandonare) sempre quando vedo un gruppo, magari con un capo carismatico.
In breve il groupthink studia il fenomeno di gruppi molto coesi che spesso raggiungono un consenso senza che le loro idee vengano sottoposte a un vaglio critico sufficiente. Questo fenomeno è da ricondurre al desiderio dei membri del gruppo di minimizzare i conflitti al loro interno, e si accentua nel momento in cui il gruppo si sente superiore al mondo esterno. Chiunque metta in discussione il consenso corre il rischio di essere escluso dal gruppo e, con ciò, di perdere lo status che esso conferisce a ognuno.
Ci sono vari tipi di gruppo e le meccaniche sono più o meno le stesse. In pratica il gruppo dovrebbe essere molto maturo ed elastico per accettare sia una dialettica interna senza tanti compromessi, sia saper accettare e prendere in considerazione le critiche che provengono dall’esterno.
In più, ogni membro del gruppo dovrebbe avere la capacità di non essere succube di chi ha la personalità più forte (o il bastone del comando) e dovrebbe anche superare la paura di rimanere solo. E non è facile, ovviamente.
Se il problema del groupthink alimentato dallo spirito di corpo è molto serio nell’ambito di gruppi formali fortemente omogenei come i militari, è ancora più serio nei gruppi informali, i cui membri possono essere espulsi con il consenso degli altri. Un ufficiale che dissente rischia di non fare carriera, ma non viene espulso dalle forze armate a meno che non violi delle norme specifiche. In un gruppo informale di esperti, al contrario, il dissenso viene represso molto più rapidamente.
Il consigliere di Kennedy Arthur Schlesiger ricorda di essere rimasto in silenzio durante tutta la discussione che si svolse nel gabinetto presidenziale sulla Baia dei porci per paura di essere tagliato fuori dalla ristretta cerchia di consiglieri di Kennedy.
È un problema che si fa tanto più serio quanto più il gruppo è esposto a minacce dall’esterno. Prendere in considerazione le ipotesi dei critici è visto come un tradimento del gruppo, e quindi è sanzionato severamente. Qualcosa di analogo accadde all’esercito in Vietnam: al crescere delle contestazioni nei confronti del conflitto, il dipartimento della Difesa si chiuse sempre di più in se stesso.

lunedì 18 febbraio 2013

Travaglio e la Sinistra furba, moooooolto furba [seconda parte]



Pubblico per iscritto la seconda e ultima parte dell’intervento pronunciato da Marco Travaglio a Servizio Pubblico il 7 febbraio scorso.
Questo intervento è utile per ripassare la storia politica recente e per mostrare quanto siano scarsi e in malafede quelli del PD in particolare e quelli del centro sinistra in generale.
Ovviamente parlo di forze parlamentari che hanno finora fatto solo schifo.
Io il PD, dopo quindici anni, non lo voto più. Non sanno stare al governo, come opposizione fanno semplicemente CACARE e quindi, siccome io lo stesso cesso non lo voto, ho deciso di votare una cosa nuova: il Movimento 5 Stelle. Spero che tanti seguano il mio esempio.
Visto che non sono così cretino da essere un ultras (sono ultras delle idee, non dei partiti) mi farebbe piacere se gli italiani votassero anche altri movimenti nuovi tipo SEL, Rivoluzione Civile, Fare per fermare il declino.
PDL LEGA PD, mandateli affanculo.
Buona lettura.

Berlusconi è fatto così. Come dice Vergassola “mente sapendo di smentire”.
Dice tutto e il contrario di tutto, perché? Perché così prende i voti sia di quelli che credono a tutto, sia di quelli che credono al contrario di tutto. E costringe gli altri a riprenderlo. Quando ha detto “restituisco l’IMU in contanti”, proprio il ragionier Spinelli con le buste arriva, Repubblica ha titolato in prima pagina “Berlusconi: restituirò l’IMU” ed è giusto che sia così; i giornali devono riprendere quello che dicono i politici e se poi non è vero, smentirlo.
Anche noi, quando è venuto a Servizio pubblico, gli abbiamo smontato in diretta le balle sull’IMU e quelle sul complotto delle banche tedesche, ma il giorno dopo, Repubblica e Saviano, hanno detto che avremmo dovuto proprio ignorarlo e allora perché non lo ignorano anche loro? Si rendono conto che è impossibile ignorare un protagonista.
Quello che stona in questa campagna elettorale non è che Berlusconi sta dappertutto e parla dappertutto; perché? Perché l’ha sempre fatto e poi perché anche gli altri hanno le loro televisioni, insomma vanno anche loro dappertutto.
Il problema è che quando parlano gli altri, di solito, non lasciano segni tangibili. Se invece di ridere o indignarsi per le sue bugie, lo sfidassero con delle proposte chiare semplici popolari, provando una volta tanto a fare le lepri anziché i cacciatori, magari invertirebbero il trend. E dire che hanno delle praterie, davanti. Non so, potrebbero fare una bella proposta legge ordine per mandare in galera evasori corrotti concussori falsificatori di bilanci amici dei mafiosi, oppure una bella proposta per un taglio netto ai costi della casta di cui non parla più nessuno tranne il solito Grillo.
Invece balbettano, cincischiano; perché? Perché altrimenti di qua si sfila Vendola, di là si sfila Monti, in centro si irrita Casini (noto trascinatore di folle…) e c’è pure il rischio che magari Ingroia sia d’accordo, che è il timore peggiore che hanno.
L’altro giorno è uscito un Manuale del perfetto candidato del PD, con le rispostine precotte da dare nel caso che un giornalista faccia domande. È una robina, un po’ un brodino, ecco. Per esempio sulla corruzione e l’evasione sono riusciti a scrivere cinque righe cinque di pura banalità. Sulla riforma Fornero, sentite cosa devono rispondere i candidati: “Noi non intendiamo toccare la riforma dell’articolo 18 nella formulazione alla tedesca” che è un’ottima risposta per le elezioni in Germania, ma si vota in Italia, l’hanno capito o non lo sanno?
L’ha ammesso persino Massimo D’Alema: “La campagna elettorale è iniziata male. Abbiamo avuto l’impressione di avere già vinto, pensavamo a chi fa il ministro e il sottosegretario e mentre eravamo impegnati in questo dibattito inquietante che porta pure male, Berlusconi ha recuperato otto punti. Sottovalutarlo è un errore che abbiamo già fatto e che non dobbiamo ripetere. Diamoci una mossa!” E proprio adesso che D’Alema comincia a capire non lo candidano? Ma allora vuol proprio dire suicidio.
Intanto gli elettori, poveri martiri, assistono a questo spettacolo senza avere la più pallida idea di che cosa il centro sinistra vuole fare al governo e nemmeno con chi vuole fare questo benedetto governo. Non hanno ancora nemmeno capito se Vendola è un alleato fino al 26 febbraio e poi dal 27 arrivano Monti, Fini e Casini.
Nel ‘76 Montanelli lanciò il famoso slogan “Turatevi il naso e votate DC”, adesso quello slogan è superato da un altro molto più moderno e anche più riformista “Bendatevi gli occhi e votate PD”.

domenica 17 febbraio 2013

Travaglio e la Sinistra furba, moooooolto furba [prima parte]



Pubblico per iscritto un intervento pronunciato da Marco Travaglio a Servizio Pubblico il 7 febbraio scorso. L'intervento è lungo, quindi oggi posto la prima parte e domani la seconda.
Questo intervento è utile per ripassare la storia politica recente e per mostrare quanto siano scarsi e in malafede quelli del PD in particolare e quelli del centro sinistra in generale.
Ovviamente parlo di forze parlamentari che hanno finora fatto solo schifo.
Io il PD, dopo quindici anni, non lo voto più. Non sanno stare al governo, come opposizione fanno semplicemente CACARE e quindi, siccome io lo stesso cesso non lo voto, ho deciso di votare una cosa nuova: il Movimento 5 Stelle. Spero che tanti seguano il mio esempio.
Visto che non sono così cretino da essere un ultras (sono ultras delle idee, non dei partiti) mi farebbe piacere se gli italiani votassero anche altri movimenti nuovi tipo SEL, Rivoluzione Civile, Fare per fermare il declino.
PDL LEGA PD, mandateli affanculo.
Buona lettura.

C’era una volta un politico piccolo piccolo che tutti davano sempre per morto, ma regolarmente risorgeva dalle sue ceneri. Montanelli lo chiamava il Rieccolo. Era Amintore Fanfani.
Poi è arrivato un altro, che almeno per la statura gli assomiglia un po’, anche se lui l’altro giorno ha detto che da giovane era un centravanti molto alto: 1 e 71, poi è rimpicciolito con l’età.
Nel ’94, la prima volta, doveva perdere di sicuro contro la gioiosa macchina da guerra di Occhetto. La Sinistra, furba, rideva di lui e diceva che la tv non porta voti e infatti lui occupò le tv e vinse le elezioni.
Il suo primo governo cadde dopo sette mesi e tutti lo diedero subito per morto. Faceva talmente pena che la Sinistra, furba, appena andò al governo decise di dialogare con lui sulla giustizia e la Costituzione in bicamerale e per non irritarlo non fece l’antitrust e la legge sul conflitto di interessi.
Poi, la Sinistra furba s’è mangiata 4 governi in 5 anni e alla fine lui ha fatto saltare la bicamerale e ha stravinto le elezioni nel 2001. Montanelli profetizzò: Ci vuole il vaccino, dobbiamo sorbircelo per dieci anni e poi ci immunizziamo dal vaiolo.
Berlusconi infatti ha governato così male che la Sinistra ha vinto tutte le elezioni intermedie: Comunali, Provinciali, Regionali ed Europee.
A dicembre 2005, a cinque mesi dalle elezioni del 2006, la Sinistra aveva 15 punti di vantaggio; ma Montanelli aveva sottovalutato l’antidoto al vaccino che è la Sinistra che è infallibile a neutralizzare immediatamente gli effetti del vaccino.
Infatti, siccome il Cavaliere era dato per morto, la Sinistra furba iniziò a buttar voti per evitare una vittoria schiacciante. Prima pensò bene di farsi una banca, la BNL, e di farsi pure beccare, così il distacco scese da 15 a 5 punti; poi perse anche quei 5 punti con una campagna elettorale in cui si parlava solo di tasse. Così, ci fu il pareggio al Senato e il povero Prodi si fece due anni di agonia, finché Mastella, astutissimamente nominato ministro della Giustizia, gli staccò la spina.
Altri quattro anni di Berlusconi, poi nel 2011 lo ammazzano le tre F: Fini, finanza e la terza F…diciamo Ruby, ecco, per capirci…
Siccome Berlusconi era morto, gli strateghi della Sinistra furba, da Napolitano in giù, hanno deciso di non mandarci a votare subito, ma di dare agli italiani un annetto di tempo per dimenticarsi i disastri suoi…tanto è morto… E lui lo faceva il morto, benissimo tra l’altro.
Il PDL ha votato tutto quello che decideva Monti, IMU compresa, ma lui non ci metteva mai la faccia. Sparito dalle TV, inabissato, in attesa di poter dire che lui non c’era e se c’era era in Kenya con Briatore, e se fosse stato per lui mai avrebbe approvato tutte quelle tasse. E poi al momento buono è ricicciato fuori, il Rieccolo.
Ma la Sinistra furba mica pensa a lui, ha ben altro a cui badare. Tipo spartirsi i ministeri del suo futuro governo. Qualche mese fa il Foglio ha pubblicato un pizzino, dimenticato in Parlamento da uno dei furbi, con l’organigramma del Regno del centro sinistra prossimo venturo.
C’era scritto: Bersani premier più economia, Bindi vice premier, Veltroni Camera, D’Alema Esteri-Commissario UE (una delle due, naturalmente), Letta Sviluppo, Franceschini Segretario.
Quando poi Bersani ha battuto Renzi alle primarie ha annunciato: “Adesso arriva lo squadrone”…che ricordava vagamente quella “macchina da guerra”…infatti i più religiosi si sono segnati e i più laici si sono toccati. Quando si dice vendere la pelle dell’orso, non solo prima di averlo ucciso, ma prima di avere preso il porto d’armi e di aver comprato il fucile.
Poi all’improvviso hanno guardato i sondaggi e hanno scoperto che c’è di nuovo Berlusconi, cioè che il 40% di italiani che cinque anni fa lo votavano non possono essere spariti all’improvviso. È risorto un’altra volta, o forse non era morto, o forse i vivi sono più morti del morto.
Qualcuno si ricorda una cosa detta da Bersani in tutta questa campagna elettorale, a parte che vuole sbranare quelli che lo accusano per Monte dei Paschi? Buio fitto.
Magari, dice anche delle cose serie e sensate, ma non lascia mai il segno, non buca, perché non parla…biascica. Sembra una pentola di fagioli in ebollizione. “Sto paese qua” “Non siam mica qua” “Un po’ di soldi qua” “Sto coso lì”, non finisce mai una frase, parla di alleanze continuamente, una volta dichiara amore eterno a Vendola, una volta fa il patto con Monti, è sempre tutto alleanze, convergenze, insomma…politichese.
Naturalmente tutti, invece, si ricordano tutto di quello che dice Grillo, qualcosa si ricordano di Ingroia, qualcosina persino di Monti, quasi tutto si ricordano di Berlusconi che per quanto morto è riuscito a tornare al centro della scena costringendo tutti gli altri a parlare di lui. Lui fa la lepre e gli altri fanno i cacciatori. È vero che racconta un sacco di balle, naturalmente, ma non è che gli altri non ne raccontino eh, intendiamoci. Il fatto è che se si fa il campionato dei ballisti è ovvio, vince lui. Perché non solo le spara più grosse, ma le sa raccontare pure meglio.
Anche Bersani ha detto che gli F35 bisogna tagliarli e poi Monti gli ha ricordato guarda che il percorso degli F35 è cominciato col centro sinistra. Anche Monti ha detto ridurremo subito le tasse, ma un mese prima aveva detto che era impossibile ridurre le tasse. E poi danno del ballista a Berlusconi, il quale oltre tutto di balle ne racconta molte di più. Mentre loro, faticosamente, gliene smontano una, lui nel frattempo si è già portato avanti e ne ha già raccontate altre dieci.

[continua...]

venerdì 15 febbraio 2013

Laocoonte, simbolo della rimozione



Sto leggendo il libro di Luigi Zingales Manifesto Capitalista. Una rivoluzione liberale contro un'economia corrotta e oggi parlo di una cosa che non c'entra niente né con Zingales né con l'economia politica.
Parlo di Laocoonte la cui statua forse conoscete, forse ne ricordate la storia tramite reminiscenze scolastiche, ma di sicuro ignorate il significato allegorico che Laocoonte rappresenta.
Ci penso io a ragguagliarvi, sempre pronto a servirvi bei pensieri.

Laocoonte era il sacerdote che aveva avvertito i troiani dei pericoli insiti nel cavallo lasciato in dono dai greci.
"timeo Danaos et dona ferentes", ammonì Laocoonte.
Come "ricompensa" per la sua intuizione, due enormi serpenti mandati dalla dea Giunone uscirono dal mare e divorarono prima i suoi figli e poi il sacerdote stesso.
Laocoonte veniva punito dagli dèi perché aveva ragione. Come è possibile?
Questo mito, come molti altri, rappresenta in modo allegorico un fenomeno psicologico che Freud e la psicanalisi avrebbero spiegato millenni dopo: la rimozione.
Laocoonte fu punito proprio perché aveva ragione.
Dopo tanti anni di battaglie i troiani non ne volevano sapere di combattere ancora. Volevano rimuovere anche il solo pensiero che la guerra non fosse finita. Tanto più la critica di Laocoonte era fondata, tanto più i troiani la respingevano con sdegno: non volevano crederci. E, per rimuovere anche il pensiero, sognavano di eliminare fisicamente la persona che glielo ricordava. I serpenti di Giunone altro non sono che la manifestazione allegorica della rimozione mentale, che ci fa scagliare contro chi ci presenta una verità che non vogliamo sentire, tanto più violentemente quanto più una persona colpisce nel segno.

domenica 10 febbraio 2013

La souvenir


E così non penso.
E se penso sbaglio, e se penso stacco, e se penso scazzo.
E devio.
Ma esiste la deviazione? Non avendo un centro, un punto fisso o d’appoggio, da dove viene la deviazione? Come faccio a dire: ecco, ora sto deviando? Deviando da dove, da cosa?
Non si sa. Per saperlo dovrei pensare e cogitare.
Ma ora io non penso.
E se penso sbaglio, e se penso stacco, e se penso (soprattutto) scazzo.
C’è un tradimento strutturale. Un venire meno al piacere fondamentale.
Capita, mi verrebbe da dire. È fisiologico, mi verrebbe da giustificare. Chissenefotte, potrei sbottare.
Ma preferisco non dire niente, non pensare.
Perché se penso sbaglio, se penso stacco, se penso (ecco, la parola) scazzo.
Come il basso in alcune canzoni. Se il basso scazza, poi la musica diventa una merda.
Per avere una buona musica, la batteria deve rullare, la chitarra suonare e il basso accompagnare.
Si sottovaluta il basso, mentre è uno strumento molto importante.
Ieri ho partecipato a un piccolo incontro del Movimento 5 Stelle. Eravamo pochissimi, tutta gente comune, tutte persone tranquille che avevano voglia di cambiare e dialogare.
Sono stato molto contento.
Non c’era manco una merda umana. E al mio paese ce ne sono molte.
Si vede che ronzeranno da altre parti, in cerca di soldi e favori. Sono come le mosche che volano e si posano sulla merda. Ieri, al piccolo raduno, non c’era neanche una di queste mosche.
Poi non ho capito, ma tu chi sei? Non vorrei dirlo, ma mi sembri un souvenir. Un souvenir è un oggetto che tieni lì sul mobile e che non serve a un cazzo. Un oggetto inutile che, al massimo, può essere sfizioso o evocare bei ricordi. In realtà, ripeto, non serve a un cazzo.
Tu sei sfiziosa, evochi bei ricordi, ma non servi a un cazzo. Sei un souvenir?
Mi dico, forse un giorno scoprirai la sua utilità. O forse la sua utilità la conosci già, ma ancora non è il momento di utilizzarla. Ancora le carte sono coperte. Son così belle le carte coperte, piene di mistero. Solo che la carta coperta è una possibilità. Una promessa.
Tu sei una possibilità? Sei una promessa?
Non saprei.
Facciamo che non sei un souvenir né una carta coperta.
Vogliamo dire che sei una stronza? Come finirà la storia?
Non si sa perché qui i personaggi sono almeno quattro. Lei, la sua stronzaggine, Lui e la sua stronzaggine. Lui e Lei in realtà sono personaggi secondari. È la stronzaggine che si sdoppia la vera protagonista.
Sdoppiandosi, la stronzaggine dà vita a una terza stronzaggine che nasce dall’incontro delle due stronzaggini precedenti. È lei che deve rivelarsi e che guiderà il tutto.
Ora: cosa può rivelare la stronzaggine? Dove può portarti la stronzaggine?
Aspetta e vedrai. Non manca molto.

venerdì 8 febbraio 2013

Un sogno dentro a un sogno


Questo mio bacio accogli sulla fronte!
E, da te ora separandomi,
lascia ch'io ti dica
che non sbagli se pensi
che tutti furono un sogno i miei giorni;
e, tuttavia, se la speranza volò via
in una notte o in un giorno,
in una visione o in nient'altro,
è forse per questo meno svanita?
Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo
non è che un sogno dentro a un sogno.

Sto nel fragore
di un lido tormentato dalla risacca,
stringo in una mano
granelli di sabbia dorata.
Soltanto pochi! E pur come scivolano via,
per le mie dita, e ricadono nel mare!
Ed io piango - io piango!
O Dio! Non potrò trattenerli con una stretta più salda?
O Dio! Mai potrò salvarne
almeno uno, dall'onda spietata?
Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo
non è che un sogno dentro a un sogno?

giovedì 7 febbraio 2013

Django Unchained


Ma quanto mi è piaciuto Django Unchained da 1 a 100? Vogliamo fare 101?
Solo Tarantino poteva portare l'Anello dei Nibelunghi nel selvaggio West, solo Tarantino poteva farmi piacere un film western.
Io odio a morte i musical, ma sono sicuro che se Quentin ne girasse uno, io griderei al capolavoro.
Tarantino ama il suo lavoro, adora girare...ci mette energia passione e un pizzico di figlio di puttana allegro e scaltro. Come dicevo ieri...quando creperà Tarantino, credo proprio che sarà quasi impossibile per me andare al cinema.
In realtà Django non è il solito western...non è la figura del cowboy solitario, nè le sparatorie o le solite cazzate da saloon ad essere protagoniste del film.
Quello di cui parla il film è la schiavitù dei neri d'America. Un fatto storico un po' dimenticato in realtà. Un po' perché la schiavitù è stata abolita, un po' perché di orrori ce ne sono talmente tanti e nuovi che uno deve mantenere la sensibilità aggiornata.
Almeno io sono rimasto veramente colpito dalla reminiscenza storica...uomini in catene, trattati come merce, come bestie...senza libertà nè dignità.
Il commercio di schiavi, il lavoro coatto nei campi di cotone o a spaccar pietre. E soprattutto il cosiddetto "combattimento tra mandinghi". Qualcosa di terribile che non conoscevo, su cui non mi ero mai soffermato. Durante il film mi sono chiesto come fa l'uomo a fare questo ad un suo simile. Come può un uomo fare ciò? Frustare una donna, maltrattare un anziano, dare in pasto ai cani uno schiavo inservibile...mah, razza maledetta che siamo.
Il film dura tanto, ma non c'è tempo di annoiarsi. E questo è il marchio di Tarantino. Lui ha capito che il film deve raccontare una storia coi controcoglioni. Stop. Niente minchiate, nè filosofie da quattro soldi, nè prediche...niente menate! Il film è un film e deve innanzitutto intrattenerci alla grande.
Vorrei, per concludere, elogiare Leonardo Di Caprio. Non è un attore che amo particolarmente, ma devo dire che nella parte dello schiavista bianco pezzo di merda rende alla grande.
Che dire? Ho visto ancora gente indecisa se andare o no al cinema a vedere Django...dai, cazzo! muovete il culo!

martedì 5 febbraio 2013

Vanity Fair, ovvero la miseria umana prezzolata

Stasera va in scena una faccenda vergognosa e squallida. Ebbene sì, a volte mi devo occupare della miseria umana.
L’intervista di Vanity Fair a Cristina Giberti. Giberti che perse i suoi cari in un incidente automobilistico in cui c’entra Beppe Grillo. Anno 1981.
La domanda è: come mai quest’intervista esce fuori a venti giorni dalle elezioni, dopo 32 anni? Una casualità?
AHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAAHAH
Che schifo, che vergogna. Un orrore indicibile ho provato di fronte a queste bassezze di infimo livello.
Mi hanno detto che Grillo è un personaggio pubblico, che per di più è sceso in politica, quindi se li deve aspettare questi colpi bassi.
Ok, infatti Grillo non ha fatto una piega.
Io, però, faccio parte del pubblico di comuni mortali e giudico e dico: Vanity Fair, fai schifo.
Chi pensi di prendere per il culo? Cioè solo un coglione potrebbe dar credito a te e a quest’intervista.
In realtà, chi esce malissimo da questa storia non è Vanity Fair, né la Giberti, né Grillo.
È il giornalista che si presta a questa porcata. Ma non ti vergogni? Non ti fai ribrezzo quando ti guardi allo specchio? Oppure lo stipendio che porti a casa giustifica tutto?
Il giornalista è un mestiere importantissimo nella società contemporanea. Veramente molto importante, se fatto bene. Se fatto come Biagi, Travaglio, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, ecc.
Io sono giornalista (anche se non esercito), e ho pena di questi aborti umani che leccano il culo a rai uno, che fanno i servizi sui calzini turchesi del giudice Mesiano, sulla cicca buttata a terra della Boccassini e di chi fa queste interviste vergognose alla Giberti.
Spero che da questa storia penosa Grillo prenda ancora più voti.

sabato 2 febbraio 2013

Una piccola e graziosa favola norvegese

[sono debitore, per la conoscenza di questa bellissima favola, all'adorabile Etrusca]

In un grande mercato una bambina in disparte guardava l'andirivieni della gente indaffarata. Avrebbe voluto che qualcuno si fermasse a parlare con lei ma nessuno la considerava e tutti passavano oltre frettolosamente. Ad un certo punto apparve tra i banchi una signora alta; avvolta in una cappa molto elegante girellava nel mercato. D'un tratto tutte le genti sembravano aver perso la furia di sbrigare le proprie faccende e le si facevano intorno: chi le chiedeva qualcosa, chi ascoltava le sue parole, si era formato attorno a lei un vero capannello! La bambina, silenziosa, osservava. Non sapeva darsi una spiegazione e così si fece coraggio e le si avvicinò intrufolandosi nella piccola folla. Quando le fu vicina attirò la sua attenzione e le chiese: Signora! Ma perché tutti sono accorsi a parlare con lei e invece da quando son qui nessuno mi ha rivolto parola?
La signora abbassandosi un poco verso la piccina le rispose con voce dolce Vedi bambina, io sono Le Storie e tutti vogliono sempre avere a che fare con me, mentre tu sei La Verità e molto spesso le persone si rifiutano persino di vederla. A questa risposta la bambina rimase molto delusa e dispiaciuta, perché lei avrebbe solo desiderato avere un po' di compagnia! La signora, comprensiva, alzò allora un lembo della sua ampia cappa e le disse Vieni bambina, vieni a stare qui sotto!
Ed è per questo che dentro ogni storia c'è sempre un po' di verità.

venerdì 1 febbraio 2013

Febbraio e lo splatter che abbiamo sempre sognato


Febbraio è un grande mese perché dura meno di tutti: appena 28 giorni. Ho fatto i calcoli.
Se tutti i mesi durassero 28 giorni avremmo un anno di 336 giorni invece di 365. In pratica risparmieremmo 29 giorni di merda e avremmo l’8% in meno di stronzate da sorbirci.
Dice eh, vabbè, ma diminuirebbero pure le possibilità e le percentuali di giorni lieti e cose belle.
È vero, ma stasera non ho preso il prozac+ e non posso illuminarvi con la fiaccola della gioia.
Volevo un attimo riconcettualizzare l’espressione "italiano medio". Medio, medietà sono parole che rappresentano il senza infamia e senza lode. Non hanno una connotazione negativa.
Invece noi siamo abituati a dare all’espressione italiano medio proprio quel tipo di connotazione.
Sento dire: quello è il classico italiano medio che non legge mai e guarda solo pessimi programmi tv. Ma è una stronzata. Se un tizio non legge mai e guarda pessimi programmi tv non è un italiano medio, ma un italiano scarso. Un italiano di merda.
Se un tizio dice Mussolini ha fatto cose buone, ha solo sbagliato ad allearsi con i tedeschi questo non è un pensiero storico dell’italiano medio. È il pensiero di un italiano scarso, ignorante di merda.
Medio vuol dire rimanere nei limiti della decenza. Non eccellere ma neanche far cacare.
Gli esempi sopra riportati sono, invece, l’apice della chiavica e chi è così dev’essere bollato come feccia non come medio.
“La gente, la maggior parte, ama le cose semplici, facili. Ma è proprio nell'attesa, nella ricerca, nell'imperfetta difficoltà che è racchiuso un tesoro. Nulla che abbia vero valore viene conquistato semplicemente...”
Scusatela, sono i danni delle lunghe attese dal parrucchiere.
Avete visto i due spot del PD quello del parto e quello del bacio? Anche a voi è tramontata, semmai l’aveste avuta, l’idea di votarli? A me sì. Fanculo.
Perché non stai aggiornando più il blog? Perché la gente fa schifo, viene su internet solo per cercare il porno. Non è interessata alla qualità, alla filosofia, alla poesia, all’arte. È uno schifo.
Dice ma tu non produci qualità né altre cose di elevato livello culturale. Lo so, ma non ho trovato altre scuse valide.
Ieri il grande Peppino si è ubriacato di nuovo con la vodka e ci ha regalato questa perla:
Con le donne il cazzo viene prima di tutto. È il ragionamento perno principale. Se una donna è mignotta, le devi dare solo il cazzo e poi tanti saluti. Se è una donna importante, al terzo appuntamento sempre il cazzo le devi dare. Senza cazzo le donne non servono.
Eh, Peppino, quando bevi sei troppo simpatico. Figurati quando sei sobrio.
Credo di aver detto tutto e niente.
A dopo.