domenica 8 dicembre 2013

Zizek e la barzelletta triste


Quest’anno, rispetto ai due precedenti, ho scritto davvero poco nel blog.
Comunque, prima che questo 2013 finisca, voglio che il nome di Zizek (una scoperta filosofica eccezionale) esordisca nel mio blogghino con la speranza/certezza di parlarne ancora nei giorni e nei mesi a venire. Di sicuro scriverò di due opere: Dalla tragedia alla farsa e di Un anno sognato pericolosamente e poi chissà…
Per questo esordio di Zizek ho scelto di cominciare con qualcosa di leggero che leggero non è: una barzelletta triste.
Nei bei vecchi tempi del Socialismo realmente esistente, tra i dissidenti veniva usata una barzelletta popolare per illustrare la futilità delle loro proteste. Nel quindicesimo secolo, quando la Russia era occupata dai mongoli, un contadino e sua moglie stavano camminando per una polverosa strada di campagna; un guerriero mongolo su un cavallo si fermò accanto a loro e disse al contadino di avere intenzione di violentare sua moglie, aggiungendo poi: “Ma dal momento che c’è un sacco di polvere sul terreno, devi reggere i miei testicoli mentre violento tua moglie, in modo che non si sporchino!” Dopo che il mongolo ebbe compiuto il misfatto e cavalcato via, il contadino iniziò a ridere e a saltare dalla gioia. Sua moglie, sorpresa, chiese: “Come puoi saltare dalla gioia quando sono stata appena violentata brutalmente davanti ai tuoi occhi?” Il contadino rispose: “Ma l’ho fregato! Le sue palle sono coperte di polvere!” Questa triste barzelletta rivela la situazione dei dissidenti: pensavano di stare sferrando dei seri colpi alla nomenklatura del partito, ma tutto quello che stavano facendo era sporcare leggermente i testicoli della nomenklatura, mentre l’élite dirigente continuava a violentare il popolo…
La sinistra critica odierna non si trova forse in una situazione simile? (Tra i nomi contemporanei per questa pratica consistente nell’insozzare appena leggermente coloro che detengono il potere, possiamo annoverare la “decostruzione”, o la “protezione delle libertà individuali”). In un famoso scontro all’università di Salamanca nel 1936, Miguel de Unamuno lanciò una frecciata ai franchisti: “Venceréis, pero no convenceréis” (“Vincerete, ma non convincerete”). È tutto qui quello che oggi la sinistra può dire al capitalismo globale trionfante? La sinistra è predestinata a continuare a giocare il ruolo di coloro che, al contrario, convincono ma nondimeno continuano a perdere (e sono particolarmente convincenti nello spiegare retroattivamente le ragioni del proprio fallimento)?
Il nostro compito è scoprire come fare un passo in avanti. La nostra undicesima tesi, da aggiungere alle dieci Tesi di Marx, dovrebbe essere: nelle nostre società, la sinistra critica finora è riuscita solo a sporcare coloro che stanno al potere, mentre il punto reale è castrarli…

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