mercoledì 18 dicembre 2013

Semplicemente stasera ci sta bene un po' di Marx


Stamattina ho incontrato un gruppo di ragazzi. Erano davvero molto giovani (tra i diciotto e i ventisei anni), i più avevano la barba di parecchi giorni. Parlavano di politica, si dichiaravano di sinistra.
Ho chiesto loro se studiavano Marx. No, hanno risposto, siamo di sinistra mica comunisti!
Il comunismo è morto!
Mah. Ho sospirato. Poi ho detto: ragazzi, la vera discriminante per essere davvero di sinistra è quella di studiare. Per essere di destra basta essere coglioni, ma voi avete il dovere di studiare e di studiare soprattutto Marx. Che Marx sia la vostra base, ho concluso.
Credo di non averli convinti e per questo ho rinunciato sia ad approfondire il discorso su studio e Marx, sia a confutare la frase sulla presunta morte del comunismo.
Mi piace leggere Zizek non solo per le sue teorie, il suo stile e i suoi grandissimi collegamenti, ma soprattutto perché parla spesso di Marx.
Marx inizia il suo Diciotto Brumaio con una correzione di Hegel secondo cui la storia si ripete necessariamente due volte: “Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa”. Herbert Marcuse, a una nuova edizione del Diciotto Brumaio negli anni Sessanta, aggiunse un ulteriore giro di vite: a volte, la ripetizione in guisa di farsa può essere più terrificante della tragedia originale.
Concludo questo post con un brano tratto da Miseria della filosofia. L’ideologia borghese ama storicizzare: ogni forma sociale, religiosa e culturale è storica, contingente e relativa – ogni forma tranne la propria. Una volta c’era la storia, ma ora non c’è più nessuna storia:
Gli economisti hanno un singolare modo di procedere. Per loro non ci sono che due tipi di istituzioni, quelle artificiali e quelle naturali. Le istituzioni del feudalesimo sono istituzioni artificiali, quelle della borghesia sono istituzioni naturali.
In questo rassomigliano ai teologi, che stabiliscono, essi pure, due tipi di religioni. Qualsiasi religione che non sia la loro è un’invenzione degli uomini, mentre la loro religione è un’emanazione di Dio. Dicendo che i rapporti attuali – i rapporti della produzione borghese – sono naturali, gli economisti fanno capire che sono rapporti con cui si crea la ricchezza e si sviluppano le forze produttive conformemente alle leggi di natura. Dunque, questi rapporti sono a loro volta leggi naturali indipendenti dall’influenza del tempo.
Sono leggi eterne che devono reggere sempre la società. Così c’è stata storia, ma ora non c’è più. C’è stata storia perché ci sono state istituzioni del feudalesimo e in queste istituzioni del feudalesimo si incontrano rapporti di produzione del tutto diversi da quelli della società borghese che gli economisti vogliono far passare per naturali e quindi eterni.

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