martedì 19 novembre 2013

Ho paura di Beckett


Ho cercato sul vocabolario “fobia” e “paura” per vedere un po’ le differenze che potevano sussistere tra questi due termini. In realtà cercavo un pretesto per usare il termine d’origine greca “fobia” per darmi un tono, visto che usare “paura” mi ripugna in maniera direi ancestrale.
Alla fine ho deciso di arrendermi, di non farla tanto lunga e confessare schiettamente: ho paura di Beckett.
Il fatto è che oggi ho ripreso in mano Aspettando Godot. Sono arrivato quasi alla fine del primo atto e poi ho chiuso il libro.
Non so che pensare. Prima mi si affollano nella mente tante, troppe considerazioni e suggestioni e il momento dopo buio completo.
Ho una paura fottuta di toppare la comprensione dell’opera.
Beckett riesce ad essere profondo e lieve contemporaneamente. È questo che mi frega.
Se ti muovi con la pesantezza del grande ermeneuta rischi di fare la figura del coglione che non ha colto l’assurdità del testo.
Se ti muovi con la levità dell’uomo di mondo letterario rischi di fare la figura dell’imbecille che non ha capito la complessità del testo. E allora ti capita di fare la fine dell’asino di Buridano.
Il fatto è che Beckett ha troppi strati, strati su strati con un insondabile substrato e un incomprensibile sostrato.
Che ne so io da dove partite, quale strada prendere...l'assurdo (che sarebbe comunque un termine da approfondire soprattutto per la sua applicazione al contesto teatrale)? l'esistenzialismo? una critica della società? il nichilismo? la depressione? Basta sbagliare la partenza e tutto il percorso diventa una sequela di scemenze.
Chiaramente l’unica via d’uscita sarebbe quella di leggere qualcosa su di lui scritta da un commentatore di comprovata qualità ed esperienza, ma a parte il fatto che ora non mi viene in mente nessuno e non ho alcun materiale sottomano, il dubbio rimane sempre: e se in realtà manco il commentatore ci ha capito un cazzo solo che è più furbo e sfrontato da scrivere e basta? Allora non resta che seguire il suo esempio: scrivere quello che mi pare come meglio posso camuffando paure e incertezze.
Ok, farò così. Ma almeno, prima, ho onestamente detto che non ci capisco un cazzo di Beckett.
Comunque non so se scriverò mai qualcosa su Aspettando Godot. Forse cercherò di scappare parlando di Malevic, del Suprematismo, di Hegel...che ne so...e di post in post lascerò perdere l'idea di affrontare Beckett.
Forse ne scriverò domani.

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