martedì 11 settembre 2012

Roma è sempre Roma


Innanzitutto complimenti. Dopo tre ore di riflessione (per la precisione dalle 8,30 alle 13, il tempo del viaggio) sei riuscito a trovare il titolo idiota che desideravi. È davvero un titolo stupido, chapeau.
Una cosa che non ho capito di Roma: sulla portiera dell’automobile dei vigili urbani c’è la scritta POLIZIA MUNICIPALE ROMA CAPITALE.
Non capisco che minchia di motivo ci sia di mettere la parola “capitale”, lo sanno tutti che la capitale d’Italia è Roma, no? cioè quando vedo sottolineata una cosa ovvia penso a due cose: stupidità o malafede.
Quindi, o romani che avete deciso questa scritta, siete cretini o avete qualcosa di sporco sulla coscienza?
Questi due giorni romani li ho passati a fare il fratello maggiore e il nipote che va a trovare zii e cugini dopo dieci anni di promesse.
È andato tutto bene, bene con e per mia sorella, bene i ripetuti spostamenti tra metro treni e bus, bene con i miei zii e le mie cugine. Bravo.
Mio zio è un tipo davvero speciale, uno che nella sua vita ha letto tanto e che la sera di domenica mi ha tenuto un discorso bello e vero sull’anarchia. Lui sa cos’è, è uno che capisce. Ha studiato sia storia che filosofia, anche se adesso, superati i sessanta, si dedica a letture spirituali. Buddismo, roba zen, va pure a degli incontri mensili.
Queste cose le ho ascoltate con molto rispetto, ma non con l’interesse che invece mi ha suscitato il discorso anarchico e ho pensato: ma tu che ne sai cosa ti succederà, che pensieri avrai e che letture farai tra 30 anni? Magari fra 30 anni avrai buttato nel cesso filosofia, letteratura e poesia e sarai lì tutto beato a curare la tua anima, la tua parte spirituale. Può essere, come no. Tutto è possibile.
Nel caso, sparatemi.
Comunque un altro fatto positivo di questo viaggio è che ho avuto modo di leggere il meraviglioso Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia di Sciascia (di cui parlerò prossimamente) e di iniziare il mio primo Roberto Bolaño: Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce (idem come sopra).
Il viaggio di ritorno su un intercity lavato da poco e che puzzava di pulito (!!!) è filato via tranquillo senza note di rilievo tranne questo pensiero che lascio ai posteri.
Dal punto di vista teorico, basta Eraclito. Dal punto di vista religioso, basta Platone. Dal punto di vista morale, basta Epicuro. Dal punto di vista metafisico, basta Aristotele.
Tutto il resto è letteratura, delirio e incubo.
La letteratura riempie i buchi neri di cui è composta per la maggior parte la vita. Il delirio può assumere le forme della mistica o della poesia e l’incubo quello di una stanza vuota o dell’amore per una donna.
Perché l’amore questo è: un incubo a due.


p.s. MA SCUSA, nessun accenno all'11 settembre????
no, niente. non me ne frega un cazzo.

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