martedì 19 giugno 2012

vai Valéry, facci godere...


O récompense après une pensée
Qu’un long regard sur le calme des dieux!
[O ricompensa, a chiusa di un pensiero,
Un lungo sguardo alla divina calma!]
Visto che questo è un blog dedicato al pensiero, oggi mi godo tre pensieri di Paul Valéry.
Chi conosce Valéry, sa già quanta delizia è in grado di regalarti quest’uomo. Chi ha letto Cattivi pensieri, L’idea fissa, Monsieur Teste o quel sublime poema che è Il cimitero marino - al solo scorrere dei titoli starà godendo di reminiscenze a tutto spiano. Chi non lo conosce, si affretti.
In realtà quando dico pensiero intendo godimento; godimento nel leggere godimento nel trattenere nella mente (pensare) godimento nel riflettere (ruminare) e nel contemplare (la vera teoria).
Non è un pensiero per fare, non è un pensiero servizievole, tecnico o altri usi plebei. No, qui si pensa solo perché pensare è orgasmico. Se poi aveste obiezioni e pregiudizi occidentali, son cazzi vostri…uhaz uhaz uhaz.
Soprattutto per me è importante che il pensiero sia mutevole, sia vario, sia ricco. Non mi piacciono i cattolici o i musulmani non in quanto credenti del Cristianesimo o dell’Islam. Non mi piacciono perché questi qua citano sempre e solo UN libro, una sola autorità, sono schiavi di un solo pensiero. I fondamentalisti sono i più cretini tra quelli che “pensano”. Mai fermarsi a un solo autore, anzi, è obbligatorio andare da uno che formuli pensieri diametralmente opposti. Leggete la Bibbia e poi andate da quell’ateo di Sade; allora sì che vi apprezzerei! A me piace Nietzsche, ma mica leggo solo quello. Spesso vado a cercarmi proprio un pensatore anti-nicciano, cerco un libro "critico". Se poi la critica è fatta bene, godo come un maiale. Se è fatta male, allora godo come un maiale a rintuzzarla.
Siate api, volate e succhiate il polline da mille e più fiori. Se, poi, un fiore dovesse piacervi di più degli altri, fermatevi pure più a lungo. Ma ripartite, cari, ripartite…c’è tanto da scoprire nel meraviglioso mondo dei pensieri…
Il pensiero non dev'essere unico perché voi possiate ritenervi contenti e soddisfatti di esso; no. L'habitat del pensiero è la vastità, il pensiero è prateria e libertà, non la casetta borghese sicura di 'sta minchia.
Dovete essere zingari girovaghi col pensiero, non impiegati postali dal culo di pietra.
Orbene, dopo l’esortazione - veniamo (in tutti i sensi) a noi; è ora. Posiamo armi e bagagli, laviamoci la faccia e mettiamoci comodi. Sfilano per noi Banalità, Ragione, Certezze e Dubbi.
Ricordati che ogni mente è plasmata dalle esperienze più banali. Dire che un fatto è banale significa dire che è fra quelli che più hanno contribuito alla formazione delle tue idee essenziali. Nella composizione della tua sostanza mentale più del 99% è costituito da immagini e impressioni senza valore. Aggiungi poi che le concezioni inusuali, i pensieri nuovi e singolari traggono tutto il loro valore da questo fondo volgare che li fa risaltare.
L’origine della “ragione”, o della nozione di ragione, è forse la transazione. In certi casi bisogna concludere una transazione con la “Logica”; in altri, con l’impulso o l’intuizione; in altri ancora, con i fatti. Cerca dunque, tutte le volte che da te o dagli altri ti giunge la parola Ragione, di sostituirla con quella più precisa di “transazione”. Allora, niente più dea…
Ci sono in noi inspiegabili certezze e dubbi infondati: cause dei mistici e dei filosofi. Poiché nulla è capace di spiegare le une né di giustificare gli altri, siamo indotti a pensare che, su un milione di uomini, dubbi e certezze siano distribuiti come “a caso”…

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