venerdì 29 giugno 2012

Libri ed esistenza letteraria


“Se non ho i miei libri che faccio?”
Questa domanda ci porta a un modo di esistere che non si può ritenere attuale. Non si tratta di leggere come se questo fosse un mezzo per formarsi, detestabile uso del libro. Uso da salumieri.
No, è un modo di esistere. Si legge da mattina a sera, e spesso anche la notte, con poco riposo frammezzo. Tutto un altro mondo si affaccia così ed entra di prepotenza in quello quotidiano (un arcobaleno che rompe il grigio). I libri sono lì, piccole cose inerti che si animano solo se getti loro almeno uno sguardo.

Le occhiaie
Nasce, con la frequentazione assidua dei libri, un tipo di esistenza spesso ostacolata anzitutto dagli affettuosi parenti che temono il peggio. Ahahahahhaha ti ricordi? Le occhiaie facevano pensare al vizio della masturbazione, a seghe furtive e rapaci nel cesso di casa e invece si trattava solo di una notte passata in letture.

Nobile rivendicazione
Quel che fu un modo un modo di essere, oggi è solo un comportamento: si leggono libri, ecco tutto. Ma non sfiora neppure da lontano che si possa esistere così, leggendo soltanto. Non è però il rimpianto che inseguo. I teneri richiami di una nostalgia per un tempo reputato beato. Voglio solo insistere ancora e descrivere questa esistenza.

Esistenza letteraria
In essa si esiste, dunque, solo leggendo. Le sdolcinate assicurazioni che leggere educa, che forma individui seri, capi, ebbene tutto ciò non mi interessa. Io voglio porre attenzione a chi legge per se stesso. Anzi, dove c’è uno scopo, dove si mira a qualcosa, scompare quello che ho chiamato modo di esistere. Diventa quel leggere miserabile che si propone quotidianamente.

Che cosa è un libro?
Questa domanda cammina sulle sacre vie percorse un tempo da queste altre: che cosa è l’essere? che cosa è conoscere?... Sembra che nel libro si condensi il mondo che così si sfoglierebbe tra uno sbadiglio e l’altro. Si vuole confondere il libro con la terra, si vuole farne l’equivalente del cielo.

Tutto è libro?
Verità banale, ove fosse. Oppure solo lusinga. L’esistenza del mondo dipende dall’esistenza del libro? Vanità delle vanità. Colui che esiste per leggere non vi vede che fumo. No, il libro è il letamaio, il luogo che raccoglie i rifiuti di una civiltà. Una creatura ingannevole e odiosa.

Gran finale
Non vi fate ingannare dal miele che scorre dalla bocca di chi parla di libri. Chi esiste per leggere vi può dire ben altro. Ma pure così vale la pena di esistere, solo per leggere un libro, per vedere gli immensi orizzonti di una pagina. La terra, il cielo? No, solo un libro. Per esso, si può ben vivere.

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