lunedì 9 aprile 2012

Breve storia della censura in TV

(la splendida e compianta Moana Pozzi)

Il 3 gennaio del 1954, va in onda la prima trasmissione RAI; nasce così la televisione pubblica.
I governi democristiani la controllano strettamente e non si fanno scrupoli ad utilizzare la censura sia politica che sul costume sociale. Ad esempio, sono proibite parole come membro, cazzotto, magnifica.
Nel 1955 il varietà “La piazzetta” viene immediatamente sospeso perché i collant color carne della soubrette Alba Arnova sembrano gambe nude.
(la scandalosa Alba Arnova)

Nel 1959 Vianello e Tognazzi fecero la parodia dell'incidente occorso la sera precedente al presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, che alla Scala di Milano era caduto a terra mentre si stava sedendo sul palco d'onore accanto a Charles de Gaulle; il programma “Un due tre” chiude, i conduttori e il direttore di rete licenziati in tronco.
Nel 1962 Enzo Tortora viene allontanato dalla Rai per non avere impedito un’imitazione, fatta da Alighiero Noschese, di Amintore Fanfani, allora segretario della Dc, il partito di maggioranza relativa che aveva in mano la Rai.
Dario Fo e a Franca Rame cominciano a lavorare con “Canzonissima” su Rai 1. Gli sketch di Fo diventano un caso nazionale, scatenando violente polemiche. Si trattano problemi legati alla vita reale come le malattie professionali dell’intera famiglia di una casellante, i muratori che muoiono precipitando dalle impalcature e così via. Per la prima volta in televisione si odono pronunciare parole come morti bianche, serrata, sciopero, mafia. La novità lessicale provoca delle vere e proprie levate di scudi di politici indignati. Escono articoli stigmatizzanti che chiedono la testa degli scellerati responsabili del programma: volano accuse di oscenità politica. In particolare riguardo uno sketch sulla mafia nel quale una donna siciliana racconta in modo apparentemente paradossale ad un giornalista il susseguirsi di ammazzamenti di sindacalisti, contadini, cronisti troppo curiosi, che a cadenza ad orologeria vengono eliminati, con esplosioni che vanno all’unisono col battere delle ore.
Il gioco satirico determina il finimondo: si arriva a interrogazioni parlamentari. Malagodi, senatore liberale, interviene alla Commissione di Vigilanza sulla Televisione del Parlamento Italiano, protestando perché: "Si insulta l'onore del popolo siciliano sostenendo l'esistenza di un'organizzazione criminale chiamata mafia!". Indignato prende la parola anche il cardinale di Palermo, che assicura: “In Sicilia la mafia non esiste”.
(lo sanno tutti che la mafia non esiste)

Giunge quindi il turno dei cantanti: Giorgio Gaber non può cantare Addio Lugano bella, a causa di non precisati problemi con la Svizzera; mentre ai Nomadi la censura impedisce di cantare Dio è morto.
In questi anni un funzionario del Vaticano è spesso presente per allungare gonne e tagliare parti sgradite.
Nel 1984 Leopoldo Mastelloni, per aver bestemmiato in diretta in una puntata di “Blitz”, viene allontanato dalla tv per anni. Due anni dopo Beppe Grillo a “Fantastico” attacca i socialisti definendoli ladri e sparisce dalla tv.
Dagli anni ’80, però, il costume nazionale comincia a cambiare. Le donne svestite diventano la normalità. E con l’avvento al governo di Berlusconi, che le donne le ama molto, la censura prende una piega decisamente più politica.
Così nel 2002 da Sofia, Silvio Berlusconi lancia l’Editto Bulgaro: via Biagi, Santoro e Luttazzi dalla televisione pubblica. L’anno dopo, Sabina Guzzanti parla delle legge Gasparri sulle frequenze tv, nella prima puntata di “Raiot” (con la frase storica: «Rete 4 è abusiva») e la trasmissione viene chiusa tra polemiche infuocate.
Anche la tv commerciale fa conoscenza con la censura: nel 1988 la puntata zero di “Matrioska” viene chiusa a causa del nudo integrale di Moana Pozzi e per la inquietante presenza del pupazzo Scrondo.
(il pupazzo Scrondo)

Nel 2006 un servizio delle Iene sull’uso di cocaina da parte dei parlamentari non va in onda.
La censura è adesso così diffusa e temuta che si arriva all’autocensura. Mentre il mago Silvan dice ironicamente che presterà la bacchetta magica anche a Berlusconi, la conduttrice di “Domenica in” Lorena Bianchetti resta agghiacciata e si dissocia.
E non mancano neppure i lapsus in buona fede.
(la Santa Patrona dei leccaculo)

Nel febbraio del 2010 cade in prescrizione il reato dell’avvocato Mills implicato in un processo con il premier Berlusconi, ma al tg1 di Minzolini quella sera è miracolosamente assolto. Bruno Vespa, nel giorno in cui tutti parlano del referendum che ha abrogato nucleare legittimo impedimento e passaggio all’acqua privata, va in onda su “Porta a Porta” con uno dei suoi fottuti plastici dedicando una puntata a “Delitti e misteri”.
(Vespa alle prese con il plastico della villa dove fu stuprata Barbie eroinomane)

Negli stessi anni Berlusconi e il direttore generale RAI Masi, cercano in ogni modo di allontanare Santoro da poco reintegrato dal giudice; la seconda volta è però più difficile e ci vorranno due anni per mandarlo via.
(due esemplari della specie "servitores schifosissimus televisionem")

Ora c’è super Mario Monti che è bravissimo, sobrissimo, competentissimo, tecnicissimo, salvatore della Patria che ci rende tutti più buoni compresi i giornalisti e la censura, quindi, non serve più.

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