domenica 19 febbraio 2012

Voi la sapete scrivere un'orazione funebre?

[Mia madre è una tipa un po' particolare. L'altro giorno doveva andare al funerale della madre di una sua collega e siccome doveva parlare, mi ha chiesto di scrivere qualcosa. "Ma, mamma, io manco la conoscevo a questa!" ho obiettato. "Non fa niente, a mamma. Tu sei bravo". E così ho scritto questa orazione. E' pur sempre un modo per esercitarsi nella scrittura.]


Parlare di una persona come donna Alberta è complicato e semplice allo stesso tempo; complicato perché sembra che le parole usate siano banali, semplice perché basta usarne poche: fede, signorilità, alto senso morale, lealtà, ricchezza interiore, amore, amore a piene mani per la sua terra, la sua patria, i suoi affetti, per il venerato padre, il marito, le figlie, il genero che era come un terzo figlio, gli adorati nipoti e le pronipotine.
Donna Alberta era una gran signora dal parlare pacato e saggio, dal cuore sempre pronto a donare, incrollabile nella fede e nei suoi valori che sono stati il cardine della sua vita e che ha trasmesso con dolce tenacia alla sua famiglia e agli amici.
Io ebbi la fortuna di conoscerla sul posto di lavoro, nell’ormai lontano 1996.
Piano, piano donna Alberta divenne l’amica, la confidente, la consigliera di tanti di noi della scuola media Vittorio Alfieri. Che mente aperta! Che lungimiranza, che tesoro di esperienza e di saggezza!
Le sue parole erano balsamo che componevano i nostri dissapori e alleviavano le nostre fatiche e noi, che pensavamo di tenerle compagnia, capimmo che era lei l’anima, lo spirito giovane e indomito che ci aiutava a superare i momenti di difficoltà.
Ciao donna Alberta, quante vite hai toccato e quanto amore hai saputo suscitare intorno a te!
Noi continueremo a camminare nei tuoi passi, tracciati sulla terra a volte amara, ti ricorderemo sempre nei nostri pensieri e ti ritroveremo in Rosanna, Floriana, Renato, Filomena, Virna, Rosetta e la piccola Teresa che tanto ti hanno amato.

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