venerdì 6 gennaio 2012

Don Verzè, Silvio, Tiziana, Gabriella e una classica merdosa storia italiana [parte seconda]


E un falso marchiano sulle carte di volo dei piloti Alitalia: Milano2 diventa una grande chiazza nera di 700 mila metri quadri con una grande “H” che sta per Hospital, come se la lussuosa città residenziale di Berlusconi fosse tutta San Raffaele. La “H” dice ai piloti: girate alla larga di lì, sennò svegliate i malati. Come la No Fly Zone in Iraq: lì sopra non si vola. Così i prezzi dei terreni e delle case di Milano2 raddoppiano: da 200 a 400 mila lire al metro quadro.
Ma gli abitanti di Segrate stanno diventando sordi, non ciechi. E si ribellano con esposti e denunce. Li sostiene una cronista del Manifesto, che nel 1973 pubblica un’inchiesta dal titolo: “Per portare avanti la speculazione Milano2 prima rendono sordi i segratesi con i jet, ora li vogliono appestare con un immondezzaio”. E scrive: “Il problema vero non è quello “sonoro”, ma la puzza di marcio che ci sta dietro, le aree, la speculazione edilizia: è una barca molto grande, in cui ci son dentro tutti, la Regione, i democristiani e anche i socialisti… Ma la più sporca di tutte l’ha fatta il Vaticano che, con l’aiuto delle banche svizzere, ha appoggiato l’operazione Milano2 con l’insediamento nella zona dell’ospedale San Raffaele”. Il suo nome è Tiziana Maiolo e non è omonima della futura deputata di Forza Italia: è proprio lei, prima della folgorazione sulla via di Arcore. Ho fatto una piccola ricerca su questa Tiziana Maiolo. Giornalista del Manifesto negli anni '70, come abbiamo visto, nel 1990 è eletta al Consiglio Comunale di Milano nella lista "Antiproibizionisti sulla droga", legata al Partito Radicale di Marco Pannella. Il suo interesse principale all'epoca è in effetti la politica sulle droghe; è inoltre tra i fondatori dell'associazione Nessuno tocchi Caino per l'abolizione della pena di morte nel mondo; alle elezioni politiche del 1992 si candida da indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista per la Camera dei deputati, della quale entra nella Commissione Giustizia. Approfitta del suo incarico per farsi un'idea della situazione carceraria visitando diversi penitenziari italiani. A partire dal 1994 aderisce all'area di Forza Italia, con la quale è eletta alla Camera nel 1994 e nel 1996, entrando a far parte anche dell'ufficio di presidenza di Montecitorio. Diviene presidente della commissione Giustizia della Camera. Il 25 ottobre 2010 aderisce al movimento finiano Futuro e Libertà. L'8 febbraio 2011, intervistata durante il programma radiofonico 'La Zanzara' di Radio24, durante una puntata dedicata a "La morte dei quattro bimbi rom bruciati vivi a Roma due giorni fa", dichiara, suscitando clamore, che è più facile educare un cane di un rom. Infine torna nel PDL. Mi sembra un vomitevole caso di trasformismo all’italiana, nonché un pietoso caso umano.
Torniamo alla storia di don Verzè.
Nel 1974 il pretore di Monza Nicola Magrone condanna il direttore di Civilavia Paolo Moci per disturbo della quiete pubblica nei comuni danneggiati e definisce il San Raffaele “ospedale dai connotati molto ambigui”. Nel 1975, sul Giorno, Giorgio Bocca definisce don Verzè “quello che allontana gli aerei e cura non solo i malanni fisici, ma anche “le anime preternaturali” dei pazienti”, intanto nella vicina Milano2 “il prezzo al metro quadro passa dalle 150 mila alle 400 mila lire. L’arte dei grandi speculatori è avere molti complici”. Nel 1977 Camilla Cederna, in un’inchiesta su Berlusconi per l’Espresso, torna sul “prete trafficone e sospeso a divinis”.
Insomma, sono almeno 40 anni che su don Verzè tutti sanno tutto: Chiesa, giudici, giornalisti, politici, cittadini. Nel 1978, in un’interrogazione parlamentare, i deputati radicali Bonino, Faccio, Pannella e Mellini riepilogano tutti gli scandali (l’ultimo è l’incriminazione del prete furbo per aver truffato una signora sottraendole un appartamento da 30 milioni dell’epoca) e chiedono al governo “quali iniziative intenda prendere per impedire che il denaro pubblico finisca ancora una volta nelle mani di loschi gruppi di potere clericali che lo utilizzano per attività speculative e clientelari, sulla pelle degli ammalati” e “se intenda ricercare le connivenze e le responsabilità eventuali nell’amministrazione dello Stato che hanno determinato questa scandalosa situazione”. Invece il San Raffaele diventerà una holding camuffata da ente “senza scopo di lucro” e si espanderà in tutta Italia e in mezzo mondo, conquistando il record di contributi regionali fra gli ospedali privati della Lombardia. I processi a don Verzè e ai suoi fedelissimi non si contano più. Nel 1994, in piena Mani Pulite, finisce in carcere il direttore scientifico per una mazzetta di 70 milioni dalla Sigma Tau; di lì a poco lo raggiungono dietro le sbarre il vicepresidente Mario Cal (morto suicida qualche mese fa) e il direttore amministrativo Vincenzo Maricotti, rei confessi di mazzette da decine di milioni a due funzionari delle Imposte dirette per addomesticare un’ispezione contabile.

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