domenica 18 dicembre 2011

Cioran contro i sonnambuli


Leggere Cioran è un'esperienza grandiosa perchè lui è il filosofo dell'inaudito, quello che formula le ipotesi più estreme e forgia i pensieri più inquietanti.
Amante del paradosso, il vecchio Emile è il profeta dell'insonnia paranoica, colui che lascia fluire le riflessioni che altri strangolano sul nascere.
In pratica è come fare sesso con una donna molto disinibita.
Non mi ero ancora occupato di lui nel blog e vi pongo rimedio facendovi godere una pagina tratta dalla sua opera Il funesto demiurgo.
Se si eccettuano alcuni casi aberranti, l’uomo non è propenso al bene: quale dio ve lo spingerebbe?
È costretto a vincersi, a farsi violenza, per poter compiere il sia pur minimo atto non inquinato dal male. Quando vi riesce, ogni volta egli provoca, umilia il suo creatore. E se gli si succede d’essere buono non più per calcolo o sforzo, bensì per natura, lo deve a una inavvertenza dall’alto: va a situarsi fuori dall’ordine universale, nessun progetto divino lo aveva previsto. Non si capisce che posto occupi fra gli esseri, e nemmeno se ne sia uno. Sarà un fantasma?
Il bene è ciò che fu o sarà, ciò che mai è. Parassita del ricordo o del presentimento, preterito o possibile, non può essere attuale, né sussistere di per sé: fino a quando è, la coscienza lo ignora, se lo appropria soltanto quando è scomparso. Tutto prova la sua insostanzialità; è una grande forza irreale, è il principio che abortì sul nascere: cedimento, fallimento immemoriale, i cui effetti spiccano a mano a mano che si dipana la storia. Agli inizi, nella promiscuità in cui si operò lo slittamento verso la vita, qualcosa di innominabile dovette accadere, che si propaga nei nostri malesseri se non nei nostri ragionamenti.
Che l’esistenza sia stata viziata alla sorgente, insieme agli elementi, chi potrebbe esimersi dal supporlo? Colui che non sia stato indotto a considerare questa ipotesi, come minimo una volta al giorno, avrà vissuto da sonnambulo.
È difficile, è impossibile, credere che il dio buono, il “Padre”, sia implicato nello scandalo della creazione. Tutto fa pensare che non vi abbia mai preso parte, che essa sia opera di un dio senza scrupoli, un dio tarato. La bontà non crea; manca d’immaginazione; e per fabbricare un mondo, sia pure abborracciato, ce ne vuole. A rigore, è da un miscuglio di bontà e di cattiveria che può sorgere un atto, o un’opera. Oppure, un universo. A ogni modo, considerando il nostro, è ben più agevole risalire a un dio sospetto che a un dio rispettabile.

2 commenti:

  1. Come, zero orgasmi su questo post? Allora provvedo io :D
    Bel blog, complimenti.

    Stefania

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  2. eh, cara Stefania...Cioran è per pochi...
    grazie per il complimento, mi farò un giro sul tuo.

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