lunedì 26 settembre 2011

L'arte fermata alla dog-ana americ-ana

(Constantin Brancusi, Oiseau dans l'espace)


Nel 1927 lo scultore Costantin Brancusi intentò causa agli Stati Uniti.
L'anno prima il fotografo Edward Steichen aveva acquistato una scultura di Brancusi, Oiseau dans l'espace, ma al momento dell'importazione non aveva potuto ottenre l'esonero dei costi doganali di solito concesso alle opere d'arte.
I doganieri statunitensi, dopo un rapido esame della forma affusolata e astratta di Oiseau, classificarono la scultura di Brancusi come utensile di cucina e imposero una tassa di 240 dollari dell'epoca: non è veramente arte, è un oggetto utilitario, deve pagare.
Ovviamente non era tanto la tassa a infastidire Brancusi, quanto la classificazione della sua creazione come oggetto utilitario, il mancato riconoscimento del suo valore atistico. Quando Steichen parlò del reclamo alla fondatrice del Whitney Museum, questa vide la possibilità di stabilire un precedente importante e gli mise a disposizione i suoi avvocati. Gli atti del processo sono uno straordinario documento: registrano le opinioni di esperti che devono convincere una giuria del fatto che OPiseau sia, o non sia, un'opera d'arte.
Gli avvocati delle due parti sfidano i testimoni con domande insidiose che saggiano la consistenza della loro concezione di arte. Il punto di partenza è la definizione di oggetto artistico che utilizzavano le dogane americane: fino al 1922 doveva trattarsi di una riproduzione di un modello naturale (come il ritratto di una persona, un paesaggio, una natura morta), e solo in seguito si cominciò a concedere ad altri tipi di oggetti il privilegio dell'artisticità, posto che fossero originali, che non fossero prodotti in serie, che fossero attribuiti ad artisti noti, e che non avessero fini utilitari.
L'interesse degli atti del processo contro Brancusi sta nel fatto che le definizioni di arte o di artista proposte non servono semplicemente ad articolare una posizione teorica, ma sono pensate per convincere una giuria in un processo. Siamo al di fuori dell'ambito accademico; e tuttavia il livello della discussione è altamente teorico. Non si sta cercando di accertare dei fatti, come si confà a un processo in cui si fosse trattato di dimostrare che Brancusi aveva rubato, o plagiato, o truffato.
Stiamo assistendo al tentativo di negoziare i limiti del concetto di oggetto d'arte.
L'arte moderna impone un negoziato concettuale perchè le sue produzioni - Oiseau ne è un esempio - sfidano le categorie in cui si vuole incasellarle.
Brancusi vincerà la causa nel novembre del 1928.

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